Dopo il successo ottenuto negli Stati Uniti con il titolo “Unplanned”, i vani tentativi di censura da parte della Planned Parenthwood, e il clamore mediatico che l’ha visto rimbalzare sui principali quotidiani internazionali, esce in Italia per i tipi di Rubbettino “Scartati, la mia vita con l’aborto” di Abby Johnson.

Dopo aver lavorato per otto anni per Planned Parenthwood, l’organizzazione abortista più grande del mondo, Abby stravolge la sua vita e passa dall’altro lato della barricata, pubblicando in un libro di memorie la sua vicenda.

Abby, guidata dall’amore per le sue pazienti, dall’empatia per chi soffre e dalla convinzione che offrire alle donne l’assistenza necessaria per operare le loro scelte in piena libertà, sia l’unica strada percorribile per aiutarle davvero, comincia la sua carriera da volontaria e arriva a dirigere una delle cliniche più importanti della Planned Parethood. Abby agisce nella convinzione che la missione dell’ente sia quello di ridurre il numero di aborti attraverso la prevenzione, ma si scontra con una realtà fatta di bilanci aziendali e conti da far quadrare, di interventi chirurgici pericolosi, di sofferenza e cinismo che le svelano l’altro lato della medaglia, quello più difficile da mettere a fuoco.

Come in tutti i percorsi interiori, l’equilibrio si spezza. Un evento traumatico mette in discussione tutto ciò che aveva guidato la Johnson fino a quel momento; la partecipazione in prima persona ad un aborto con le sonde ad infrarossi, la visione del feto risucchiato da un sondino nell’utero materno, mettono Abby davanti al suo punto di rottura, dopo il quale nulla sarà come prima. Dovrà fare i conti con la sua vita, con le sue scelte, con i due aborti subiti da lei stessa, con le persone che le sono passate davanti durante gli anni da direttrice e con quelle che ogni giorno hanno pregato fuori dai cancelli della clinica per le anime delle pazienti e dei loro bambini.
Planned Parenthood da una parte, la Coalizione per la Vita dall’altra, in mezzo i dubbi, le scelte difficili, le incerte convinzioni, la lacerante distanza tra quello che è moralmente giusto e quello che è necessario, di una donna che cerca, e trova, alla fine la sua verità.

Scandaglia le sue emozioni, Abby, in un percorso di difficile presa di coscienza, le mette al servizio della comunità attraverso un dibattito interiore, uno scontro tra ideale e reale che diventa momento di profonda riflessione per tutti.
Due posizioni inconciliabili ma che si rincorrono, tra autoanalisi, riflessioni, “segni divini” e brutture terrestri, nella mente e nella vita dell’autrice e ci catapultano con lei in un dibattito sempre vivo e di difficile soluzione. La fede incrollabile, la forza e la conoscenza saranno per Abby Johnson le armi per combattere i dissidi interiori e trovare la sua strada.
Fuori da ogni morale ideologica è un libro che, nella sua delicatezza, smuove l’animo e ci consegna tutta la drammaticità di una scelta autentica, vissuta nel profondo della propria coscienza.