Eduardo Margaretto ricostruisce la figura di John Fante in una biografia (…) che si legge come un romanzo d’avventura su scrittori che non hanno mai avuto ciò che desideravano.
Laura Fernández «El Mundo»

L’autore di “Chiedi alla polvere” in una nuova biografia. Struggente.
Luca Briasco, «il Venerdì»

Non chiamarmi bastardo_E_ Margaretto_OKSarà una vera e propria tournée quella che vedrà lo scrittore spagnolo Eduardo Margaretto impegnato in un intenso calendario di incontri, reading e presentazioni dal 24 al 30 luglio (CLICCA QUI PER IL CALENDARIO), una serie di appuntamenti a cui i tanti cultori dell’opera di Fante non potranno mancare.
Bologna (la libreria che ospita l’evento si chiama “La confraternita dell’uva”), Firenze, ma anche Pescara – all’interno della rassegna, “Aspettando John Fante Festival”, organizzata in preparazione all’imperdibile festival di Torricella Peligna – e poi Venosa, all’interno del Museo dell’Emigrazione; Oppido Lucano e Mercogliano, nella sezione Oltrepop di Castellarte, dove si svolgerà una curiosa presentazione “in cammino”.
Il libro di Margaretto, uscito in Spagna nel 2014, pubblicato in Italia da Rubbettino e presentato in anteprima nazionale al Salone di Torino, è una biografia accurata dello scrittore di origini abruzzesi che tra i vari punti di forza rende conto anche di tutta una serie di studi, ricerche e letture critiche dell’opera di Fante non sempre conosciute dal grande pubblico, non trascurando peraltro, gli scrittori italiani, da Trevi, a Durante a Veronesi, che si sono occupati di Fante. Non ci si immagini tuttavia un ponderoso tomo accademico. Margaretto, pur nel rigore delle informazioni riportate, riesce – complici le vicende che hanno reso piuttosto burrascosa la vita dello scrittore italoamericano – a biografia e romanzo, trascinando il lettore in un viaggio in cui Fante stesso sembra il protagonista di una delle sue opere.

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Il libro
Una fredda mattina del 1981 lo scrittore John Fante, ormai cieco e su una sedia a rotelle, sente di avere ancora qualcosa da scrivere e inizia a dettare alla moglie il suo ultimo romanzo. Eduardo Margaretto, appassionato e profondo conoscitore di Fante, mette in scena un racconto che va oltre la semplice biografia allargando lo sguardo sulle storie dell’emigrazione italiana nelle Americhe. Pagina dopo pagina descrive la California di quegli anni, in bilico tra le incertezze della Grande Depressione e l’euforia della nascente industria cinematografica. Su questo sfondo storico-sociale si sviluppano i temi portanti del mondo letterario di Fante di cui scopriamo la vita: le origini italiane, un padre ingombrante (un “muratore con la passione del vino e una predilezione per le risse da bar”), l’emarginazione dell’adolescenza (“Quando ero un ragazzo, lì in Colorado, erano quegli stessi Smith, Parker e Jones che mi ferivano attribuendomi feroci appellativi. Per loro ero un wop, un dago, un greaser”), la difficoltà di un aspirante scrittore ad emergere, la fame, il sogno americano, il successo hollywoodiano, i libri, l’amore, l’alcool. E la scrittura intesa sempre come possibilità di riscatto (“mi sedetti davanti alla macchina da scrivere e mi soffiai sulle dita”). Realtà e finzione, vita vissuta e letteratura si mescolano in un affascinante intreccio narrativo che gioca sul continuo parallelismo tra il Fante reale e il suo alter ego letterario: “Io, John Fante e Arturo Bandini”, scrisse nel prologo di Chiedi alla polvere, “due in uno”.

Eduardo Margaretto (Valencia, 1963) è uno scrittore, traduttore e sceneggiatore di origine italiana. Autore e conduttore di programmi culturali per la televisione, ha scritto le biografie di Franco Battiato e Elvis Costello. Non chiamarmi bastardo, io sono John Fante è il frutto di oltre venti anni di letture, studi, ricerche e analisi sulla figura dello scrittore italoamericano.