Saranno presentati il 18 maggio al Salone internazionale del libro in un incontro / dibattito i due volumi: «Non chiamarmi bastardo, io sono John Fante» di Eduardo Margaretto, appena tradotto dallo spagnolo e in libreria nei prossimi giorni, e «A Dime a Dozen» di Stefano Marelli

Giovedì 18 maggio alle 14,00 presso il Caffè letterario del Lingotto, nell’ambito della 30.ma edizione del Salone internazionale del libro di Torino si terrà un dibattito dal titolo «Sognando l’America» che vedrà protagoniste due recenti novità librarie Rubbettino dedicate a due grandi mostri sacri della letteratura americana: John Fante ed Ernest Hemingway. L’incontro vedrà come “padrino” Francesco Durante, scrittore, giornalista, docente universitario e traduttore di Fante in Italia e come “duellanti” i due autori Eduardo Margaretto e Stefano Marelli.

I due libri

«Non chiamarmi bastardo, io sono John Fante» di Eduardo Margaretto
Una fredda mattina del 1981 lo scrittore John Fante, ormai cieco e su una sedia a rotelle, sente di avere ancora qualcosa da scrivere e inizia a dettare alla moglie il suo ultimo romanzo.
Eduardo Margaretto, appassionato e profondo conoscitore di Fante, mette in scena un racconto che va oltre la semplice biografia allargando lo sguardo sulle storie dell’emigrazione italiana nelle Americhe. Pagina dopo pagina descrive la California di quelli anni, in bilico tra le incertezze della Grande Depressione e l’euforia della nascente industria cinematografica.
Su questo sfondo storico-sociale si sviluppano i temi portanti del mondo letterario di Fante di cui scopriamo la vita: le origini italiane, un padre ingombrante (un “muratore con la passione del vino e una predilezione per le risse da bar”), l’emarginazione dell’adolescenza (“Quando ero un ragazzo, lì in Colorado, erano questi stessi Smith, Parker e Jones che mi deridevano attribuendomi feroci appellativi. Per loro ero un wop, un dago, un greaser”), la difficoltà di un aspirante scrittore ad emergere, la fame, il sogno americano, il successo hollywoodiano, i libri, l’amore, l’alcool. E la scrittura intesa sempre come possibilità di riscatto (“mi sedetti davanti alla macchina da scrivere e mi soffiai sulle dita”)
Realtà e finzione, vita vissuta e letteratura si mescolano in un affascinante intreccio narrativo che gioca sul continuo parallelismo tra il Fante reale e il suo alter ego letterario: “Io, John Fante e Arturo Bandini”, scrisse nel prologo di «Chiedi alla polvere», “due in uno”.

«A Dime a Dozen» di Stefano Marelli (clicca qui per saperne di più)
Un viaggio nella storia di Miller e della sua famiglia. Una storia d’amore e di grande amicizia, una storia letteraria che si fa inseguire sul sentiero di una narrazione stratificata e avvincente.
Miller nasce a Trieste nel ’45, appena finita la guerra. Rimasto orfano cresce con i nonni materni, tentando di riempire quel vuoto attraverso i libri e le riviste del padre scovate nel vecchio baule. È da lì che emerge e diviene centrale nella sua vita la figura di Ernest Hemingway, nelle cui opere il ragazzo tenta di ritrovare lo sfortunato genitore e quell’America sognata e subito perduta.
Il percorso sulle tracce del grande scrittore lo porta molto lontano, permettendogli di fare luce su uno degli episodi più misteriosi e controversi dell’epopea hemingwayana.
La provincia italiana degli anni ’60, il Montana, le due Guerre mondiali e la Parigi della Generation Perdue fanno da sfondo a una storia da sempre tenuta segreta, che incanta attraverso i suoi ingredienti: sradicamento, fuga, rimorso, promesse da mantenere, voci lontane e vite sospese. Un’eredità che Miller lascia ai suoi giovani amici, Blasco e Allegra, durante una folle traversata nel Sahara all’alba del nuovo millennio.

Eduardo Margaretto (Valencia, 1963) è uno scrittore, traduttore e sceneggiatore di origine italiana. Autore e conduttore di programmi culturali per la televisione, ha scritto le biografie di Franco Battiato ed Elvis Costello.
«Non chiamarmi Bastardo, io sono John Fante» è il frutto di oltre vent’anni di letture, studi, ricerche e analisi sulla figura dello scrittore italoamericano.

Stefano Marelli (1970) ha esordito nel 2013 con «Altre stelle uruguayane» (Premio Selezione Bancarella Sport) al quale è seguito, nel 2014, Pezzi da 90, entrambi editi da Rubbettino.
Ha fatto il benzinaio, il turista, l’oste e il giornalista. Oggi fabbrica sottotitoli per la TV svizzera e collabora, con articoli e racconti, a diverse testate.