Un commento sulla vicenda del docente universitario (UniCal) Domenico Talia, autore del libro “La società calcolabile e i big data”

«Le dichiarazioni di Zuckerberg sulla necessità di controlli tecnici sulle app che usano i dati di Facebook nascondono il problema reale: siamo noi utenti il vero prodotto! E veniamo venduti al miglior offerente»

Che nell’accumulo di dati personali che, volontariamente e spesso inconsapevolmente, forniamo ai grandi giganti dell’economia digitale, vi fosse un reale e serio pericolo per la democrazia, Domenico Talia lo aveva detto chiaro e tondo un paio di mesi fa con un libro edito da Rubbettino dal titolo “La società calcolabile i big data”.
Domenico Talia è un docente di informatica (computer engineering) presso l’Università della Calabria con esperienze internazionali e incarichi prestigiosi in numerosi centri di ricerca. Nonostante lo spessore accademico e scientifico ha scritto questo libro con un taglio divulgativo perché ritiene (come i fatti stanno ahimè dimostrando) che vi sia un pericolo che al momento stiamo sottovalutando. Talia non è un apocalittico (come potrebbe esserlo!) e tuttavia è convinto che la consapevolezza piena aiuti a valutare ed eventualmente decidere di correre certi rischi.
Abbiamo chiesto un suo parere sulla vicenda Cambridge Analytica che riportiamo di seguito:

DOMENICO TALIA: Lo scandalo di Cambridge Analytica è l’ennesimo caso che dimostra come i Big Data e gli algoritmi che li analizzano siano ormai diventati il principale attore politico globale.
I cittadini sono in balia dei grandi possessori di dati digitali che minacciano i destini personali di tutti ma anche la tenuta delle grandi democrazie occidentali. I governi democratici non possono permettere immense concentrazioni di dati personali nelle mani di società private e di poteri opachi.
L’élite politica non controlla i processi digitali e quindi non è capace di tutelare i diritti dei cittadini. L’Italia e l’Europa non devono permettere che piattaforme come Facebook siano i guardiani dei nostri dati. Sarebbe come affidare le pecore al lupo.
I cittadini devono tornare ad essere gli unici proprietari dei loro dati e le pubbliche amministrazioni devono essere i garanti di questo diritto di proprietà digitale.
Un caso come quello di Cambridge Analytica potrebbe accadere, o forse è già accaduto, in Italia con effetti devastanti sulla nostra debole democrazia.
Tramite l’analisi dei Big Data si va oltre il Grande Fratello di Orwell. Si passa dal controllo globale alla manipolazione puntuale e pervasiva. Non ci si limita a conoscere l’intimità delle persone, ma si arriva a manometterla a fini di potere.
Le dichiarazioni di Zuckerberg sulla necessità di controlli tecnici sulle app che usano i dati di Facebook nascondono il problema reale: siamo noi utenti il vero prodotto! E veniamo venduti al miglior offerente.

I contenuti di questo comunicato sono liberamente riproducibili citando autore, titolo del libro e casa editrice

APPROFONDIMENTO: Clicca qui per leggere una recente intervista a Domenico Talia