In libreria per Rubbettino il nuovo pamphlet di Francesco Delzio “La ribellione delle imprese. In piazza. Senza PIL e senza partiti”. Un manifesto della libertà d’impresa nell’era del populismo 

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In Italia è in atto una pericolosa rottura tra imprenditori e politica, o meglio tra l’intero mondo della produzione e del lavoro, e la politica e la società. È una rottura che potrebbe portare a conseguenze inedite, come il primo sciopero congiunto organizzato dai sindacati dei lavoratori e degli imprenditori: uno sciopero della Produzione contro la Rendita.       

Lo scrive Francesco Delzio, executive vice president di Atlantia, docente universitario ed editorialista, autore di alcuni fortunati pamphlet (come “Generazione Tuareg”) sulla società italiana. Lo fa nel suo nuovo libro appena edito da Rubbettino, dal titolo assai significativo “La ribellione delle imprese. In piazza. Senza Pil e senza partiti” appena uscito in libreria. Un saggio profondo, provocatorio e profetico. 

Il libro è una sorta di “manifesto” della libertà d’impresa nell’era del populismo, nella quale imprenditori piccolissimi, piccoli, medi e grandi si ritrovano ad essere emarginati dalla società e privi di rappresentanza politica. Dipinti non più come datori da lavoro ma come un’élite da contrastare, gli imprenditori italiani – che nel 95% dei casi non sono magnati della finanza ma guidano piccole e medie imprese in cui la distanza tra chi produce e chi detiene il comando è spesso annullata – si ritrovano, per la prima volta dal secondo dopoguerra, a fronteggiare una serie di fenomeni che rendono ostile l’ambiente in cui operano: la vittoria della Rendita sulla Produzione, il trionfo dell’incompetenza sul sapere scientifico, la perdita di valore del lavoro a favore dell’assistenzialismo, l’emarginazione sociale degli imprenditori che non sono più considerati il punto di riferimento delle comunità in cui operano. Si tratta in gran parte di fenomeni che stanno caratterizzando l’intero mondo occidentale, ma che in Italia si materializzano oggi con una radicalità ed una pericolosità nettamente superiori.   

Delzio non si limita però a dipingere (a tinte fosche e in modo originale) l’attuale scenario italiano ma propone anche alcune possibili vie d’uscita che, partendo dalle specificità dell’industria italiana, ne esaltino gli elementi positivi: una scossa fiscale a favore di imprese e lavoratori, la possibile sostituzione della politica (inerte) da parte dell’impresa per favorire la natalità e migliorare la qualità della vita dei lavoratori, la costruzione di un nuovo Umanesimo italiano, la coltivazione dello spirito creativo e anti-dogmatico tipico di Leonardo da Vinci.  Sono strade da percorrere subito per evitare la “ribellione delle imprese” o la loro fuga dal nostro Paese.   

Francesco Delzio è Executive Vice President del gruppo Atlantia come Direttore Relazioni Esterne, Affari Istituzionali e Marketing. È inoltre Presidente della concessionaria pubblicitaria AD Moving, Direttore della piattaforma TV My Way e del magazine Agorà. È impegnato sul fronte delle start up innovative come socio fondatore di Maestro e Digital Horizon.

Editorialista di Avvenire, RTL 102.5, Prima Comunicazione e InPiù, è membro del Consiglio Generale di Unindustria Roma e Lazio.

Ha ideato il Master in Relazioni Istituzionali, Lobby e Comunicazione d’Impresa della Luiss Business School, di cui è Condirettore e dove insegna Corporate Communication e Politica, Istituzioni e Lobbying. È Coordinatore Scientifico dell’Executive Program in Gestione delle relazioni con i Consumatori.

Per Rubbettino ha pubblicato il fortunato pamphlet Generazione Tuareg. Giovani, flessibili e felici (2007), Politica Ground Zero. Lettera d’amore di un giovane tradito (2008), La Scossa. Sei proposte shock per la rinascita del Sud (2010), Lotta di Tasse. Idee e provocazioni per una giustizia fiscale (2012) e Opzione Zero. Il virus che tiene in ostaggio l’Italia (2015), che ha ricevuto il riconoscimento speciale del Premio Canova di Letteratura economica e finanziaria.