Sarà «Tibi e Tascia», forse il romanzo più amato dai suoi lettori, a inaugurare l’opera omnia di Saverio Strati che Rubbettino Editore pubblicherà a partire dal prossimo mese di dicembre.

Il piano editoriale prevede due uscite all’anno. Tra le prime, si annunciano «La Teda», «Il Selvaggio di Santa Venere» e il romanzo inedito «Tutta una vita».

Benché la pubblicazione di un’opera omnia rechi sempre con sé un intento chiaramente celebrativo, Rubbettino intende, con questa collana, presentare le opere di Strati in un modo attuale e fresco, come se fossero delle prime edizioni. L’obiettivo è quello di non cedere alla tentazione di “musealizzare” lo scrittore, di porlo su un piedistallo, rendendolo di fatto, lontano, inaccessibile.

«È necessario – ha dichiarato l’editore, Florindo Rubbettino – che la cultura italiana riscopra veramente Saverio Strati, al di là dei proclami e della retorica e lo si può fare in un unico modo, leggendo le sue opere. Per questa ragione abbiamo deciso di ripubblicare i libri del maestro di Sant’Agata del Bianco in maniera non convenzionale, con una grafica vivace e affidando i testi introduttivi a intellettuali, giornalisti e scrittori contemporanei».

A firmare la prefazione di «Tibi e Tascia» sarà Goffredo Fofi.

La ripubblicazione delle opere di Saverio Strati è stata fortemente voluta dalla casa editrice Rubbettino che ha di recente firmato il contratto per l’acquisizione dei diritti di tutti i testi, editi ed inediti, con il figlio dello scrittore Giampaolo, anche grazie all’intermediazione preziosa di Palma Comandè, nipote dello scrittore e profonda conoscitrice dell’opera letteraria di Strati.

«A dire il vero – continua Rubbettino – avevamo intenzione di ripubblicare le opere di Strati quando ancora lo scrittore era in vita, ma la situazione dei diritti non era ben definita e il maestro non era ancora rientrato in possesso di molte delle sue opere più importanti. Dispiace a me per primo che Strati, che negli ultimi anni si sentiva un po’ tradito dalla sua stessa terra, non possa vedere la nascita di quest’opera».

L’iniziativa non è di certo nuova per il catalogo Rubbettino che accoglie già l’opera omnia di Leonida Repaci, unitamente a grandi classici, spesso dimenticati, di autori come Corrado Alvaro, Grazia Deledda, Mario La Cava, Raoul Maria De Angelis, Sharo Gambino, Francesco Perri…

L’editore Florindo Rubbettino con il figlio di Saverio Strati Giampaolo (a sinistra)

Saverio Strati, le cui opere sono state pubblicate in prima edizione da Mondadori, è scomparso il 9 aprile del 2014 a Scandicci dove viveva oramai da molti anni. Era nato in Calabria, a Sant’Agata del Bianco, nella locride, terra feconda di storie e di grandi scrittori.

La sua vicenda umana e culturale è esemplare. Abbandonati gli studi subito dopo la scuola elementare per fare il muratore, potè proseguirli solo dopo la fine della seconda guerra mondiale. Suo nume tutelare fu il critico Giacomo Debenedetti, che Strati conobbe durante gli studi universitari a Messina. Sarà lo stesso Debenedetti a presentare Strati a Mondadori che pubblicò il suo primo libro, la raccolta di racconti «La Marchesina», nel 1956.

Con il romanzo «Il selvaggio di Santa Venere», tra le prime opere di narrativa ad affrontare il tema della ’ndrangheta, vince il Premio Campiello nel 1977. La giuria era presieduta dallo scrittore Piero Chiara.Fu un autore molto prolifico. I suoi scritti hanno sempre avuto come tema la Calabria e i calabresi, segno di un amore profondo e contraddittorio con la sua terra che amava visceralmente ma dalla quale forse non fu mai adeguatamente ricambiato