La copertina del volume

Il collettivo “a geometria variabile” Lou Palanca si è aggiudicato, in ex aequo con la scrittrice Zetto Casano, il premio Giacomo Matteotti per l’opera “Ti ho vista che ridevi” edita da Rubbettino.
La segreteria del prestigioso premio, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, presieduta dal Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Aquilanti e composta da Silvia Calandrelli, Stefano Caretti, Emanuela Giordano Meschini, Alberto Melloni, Angelo G. Sabatini e Bruno Tobia, ha ritenuto il romanzo sulle “calabrotte” particolarmente in sintonia con gli ideali di fratellanza tra i popoli, di libertà e giustizia sociale che hanno ispirato la vita di Giacomo Matteotti e pertanto meritevole dell’ambito riconoscimento.
La cerimonia di premiazione si svolgerà a Roma il 12 ottobre 2017 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Grande soddisfazione espressa da Florindo Rubbettino, editore del volume e da tutti gli operatori della Casa Editrice.

Felicità e commozione da parte dei Lou Palanca che hanno voluto simbolicamente dedicare questo premio alle protagoniste del romanzo:

«Siamo davvero felici ed entusiasti di questo premio. È un riconoscimento per il nostro lavoro ma anche e soprattutto per tutte quelle storie di donne che il tempo stava facendo lentamente dimenticare. Da loro ci giunge un’importante lezione. Quando gli individui riescono a mettere insieme le loro necessità, senza prevaricare sugli altri, la paura del “diverso”, dello “straniero” lascia il posto all’amore per la vita e al coraggio di guardare negli occhi l’avvenire costruendo lentamente il proprio futuro» ha dichiarato Valerio De Nardo, membro del collettivo e direttore del Sistema bibliotecario della Capitale, e, citando il testo di Carlo Petrini, autore della prefazione al romanzo: «sono sempre gli altri che ci salvano».

La trama
Negli anni ‘60 un’emigrazione individuale femminile raggiunge dal Sud il territorio delle Langhe, che le contadine stanno abbandonando per trovare la propria emancipazione nelle città. È un’emigrazione matrimoniale, che porta le “calabrotte” all’impatto con una lingua e un sistema di relazioni sociali differenti da quelli dei paesi d’origine. Ti ho vista che ridevi racconta una di queste storie. Dora è costretta ad emigrare da Riace per sposare un contadino delle Langhe e lascia alle cure della sorella il figlio che non doveva nascere. Quando scoprirà la verità, Luigi si metterà alla ricerca delle origini, della propria madre, dell’autenticità della propria biografia. Sarà un bacialé, un ruffiano che combinava questi matrimoni, il mediatore narrativo tra le pagine calabresi e i capitoli ambientati in Piemonte, dove Luigi cerca la propria madre naturale e incrocia una catena di figure femminili che da Dora conduce alla figlia, alla nipote militante No Tav e quindi ad una profuga siriana. Un romanzo corale, nel quale ciascun personaggio attraversa la propria solitudine scoprendo il senso della sua vicenda nella relazione con l’altro.

Lou Palanca è un collettivo di scrittura a geometria variabile. Con Rubbettino ha già pubblicato Blocco 52 (2012). A novembre uscirà il loro nuovo romanzo (sempre per Rubbettino) intitolato A schema libero