In libreria per Rubbettino «I demoni del Mezzogiorno» dello storico Oscar Greco

I medici della nota struttura calabrese ricorrevano alla psichiatria positivista che teorizzava l’inferiorità psichica dei meridionali ma furono in grado di sperimentare anche pratiche mediche innovative

Il prossimo 13 maggio ricorre il quarantesimo anniversario della promulgazione della legge destinata a cambiare per sempre il volto dell’assistenza psichiatrica in Italia e che prendeva il nome da Franco Basaglia, lo psichiatra che ne fu in buona sostanza l’ispiratore.

Per l’occasione Rubbettino lancia in questi giorni in libreria il nuovo libro dello storico Oscar Greco «I demoni del Mezzogiorno. Follia, pregiudizio e marginalità nel manicomio di Girifalco (1881-1921)» con prefazione della studiosa americana Mary Gibson.

Il volume analizza i primi 40 anni di esistenza della struttura nata all’indomani dell’Unità d’Italia quando i manicomi furono considerati luoghi idonei a segregare le persone non presentabili e non in grado di contribuire alla costruzione della nuova società: i folli, i derelitti e i soggetti marginali che non si integravano con i canoni etico-economici della società liberale ottocentesca.

Nato in tale contesto politico e sociale, il manicomio di Girifalco, grazie ad una psichiatria condizionata dal positivismo lombrosiano, innervato dalle dottrine della degenarazione e dell’atavismo, e all’influenza delle correnti culturali che spiegavano l’arretratezza del Meridione e dei suoi fenomeni criminali in un quadro di «irreversibile inferiorità biologica e morale» delle popolazioni del Sud, inevitabilmente è diventato, per alcuni, il luogo simbolo della costruzione «scientifica» dell’inferiorità psichica e del carattere criminale di un’intera popolazione.

La ricerca di Greco, condotta sugli atti di archivio e sulle cartelle cliniche di quel periodo, documenta però una realtà più complessa.

Quel manicomio di periferia era adeguatamente inserito nella società rurale che lo circondava e riusciva a cogliere le molteplici sfaccettature del disagio mentale di un ambiente economico-sociale povero e premoderno e a introdurre anche pratiche terapeutiche d’avanguardia come l’ergoterapia o la contenzione limitata, favorita anche dalla dimensione contenuta del contesto urbano nel quale era inserita, anticipando così alcune pratiche che divennero il cavallo di battaglia della pratica psichiatrica di Battaglia.

Oscar Greco è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria e collabora da alcuni anni alle attività della cattedra di Storia contemporanea.
Ha pubblicato vari libri e diversi saggi su riviste. Per Rubbettino ha pubblicato Lo sviluppo senza gioia. Eventi storici e mutamenti sociali nella Calabria contemporanea (2012).

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