Attenzione! I microbi digitali sono pericolosi quanto quelli naturali

«Le soluzioni algoritmiche possono salvarci la vita, sia fisica sia mentale: ma vanno maneggiate con cautela e dosate quanto basta»

Luca Bolognini è uno dei massimi esperti europei di privacy e diritto dei dati. È avvocato e presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati. Per Rubbettino ha pubblicato un illuminante pamphlet dal titolo «Follia artificiale» sui grandi temi giuridici ed etici posti dall’Intelligenza Artificiale, dal tracciamento continuo di tutto e tutti nell’universo digitale, dalla robotizzazione e dalla tecnologizzazione dei rapporti umani.

La copertina del libro

Nei giorni della lotta al coronavirus, in cui questi temi sono diventati drammaticamente attuali, Rubbettino ha scelto di lanciare l’ebook di «Follia artificiale» sia in italiano che in inglese su tutti gli store perché crediamo possa contribuire in maniera significativa all’importante dibattito in corso.

Per accompagnare il lancio, abbiamo chiesto a Bolognini un commento sulla situazione attuale:

BOLOGNINI: «L’emergenza coronavirus ci sta costringendo a casa e online, online e a casa, ormai quasi sinonimi. Il digitale smart, che fortunatamente esisteva ed usavamo già prima della crisi da COVID-19, ora ci assorbe totalmente. Le tecnologie intelligenti possono peraltro giocare un ruolo cruciale nel contrasto ai contagi, come pare confermato anche dai progetti governativi di app di “contact tracing” seguendo l’esempio sudcoreano: tutti tracciati e mappati. E lo Stato e alcuni fidati fornitori sapranno vita, virus e miracoli di noi. Le soluzioni algoritmiche possono salvarci la vita, sia fisica sia mentale: ma vanno maneggiate con cautela e dosate quanto basta. Una overdose digitale, come quella a cui siamo esposti in questa nuova quotidianità, può comportare vere e proprie derive, più che di intelligenza, di follia artificiale. Il nostro rapporto giuridico e psichico con l’altro da sé digitale – sia esso il vicino, il collega o il potere pubblico – può complicarsi e portare a conseguenze inaspettate e ingestibili: con la realtà aumentata possono aumentare anche i rischi privacy, gli attacchi informatici, gli effetti collaterali tipici del rapporto tra soggetti – l’essere umano e la macchina – che dopo essersi tanto frequentati, in libertà, si ritrovano a convivere insieme, in prigionia. 

Anche i Parlamentari invocano il diritto-potere di partecipare a sedute d’aula da remoto: sacrosanto, in era di epidemie, ma pericolosissimo se non si è in grado di garantire cybersecurity ai massimi livelli. Che ne sarebbe di un voto parlamentare manipolato da un algoritmo malevolo o da “crackers” che si mettessero in mezzo, prendendo il controllo dell’account di decine di Deputati o Senatori? Siamo vaccinati contro i Parlamentari-bot? 

La pandemia ci farà sviluppare nuove “branchie digitali”. Combatteremo contro i microbi con altri microbi – i dati e gli algoritmi – altrettanto trasparenti e imprendibili. E, alla fine, probabilmente, usciremo fuori da questo incubo angosciante – fatto di amici e nemici invisibili – molto più abili ad osservare due distinte forme di igiene: quella fisica e quella elettronica».